1. Il tirocinio è svolto, di regola, in forma continuativa.
2. L’interruzione per un periodo pari o superiore a sei mesi può essere giustificata soltanto da accertati motivi di salute, da valutare anche tenendo conto dell’età del praticante; quando ricorrono le condizioni per l’applicazione delle disposizioni in materia di maternità e di paternità oltre che di adozione; dalla sussistenza di sanzioni disciplinari interdittive inflitte all’avvocato presso il quale il tirocinio è svolto ovvero al praticante stesso; dalla comprovata necessità di assicurare assistenza continuativa di prossimi congiunti o del coniuge affetti da malattia, qualora sia stato accertato che da essa deriva totale mancanza di autosufficienza.1
3. L’interruzione del tirocinio per un periodo inferiore a sei mesi ma superiore ad un mese può essere giustificata anche in presenza di altri motivi di carattere personale.
4. Nei casi di cui ai commi 2 e 3 il praticante che voglia interrompere il tirocinio presenta domanda al consiglio dell’ordine presso il quale è iscritto indicando e documentando le ragioni.
5. Se il consiglio dell’ordine territoriale non ritiene fondate e dimostrate le ragioni che il praticante ha rappresentato a sostegno della domanda, rigetta la richiesta di interruzione con provvedimento motivato. L’interessato deve essere sentito.
6. Nel caso di accoglimento della domanda, il tirocinio è sospeso dalla data di presentazione della istanza.
7. Cessata la causa di interruzione, il tirocinio riprende, senza soluzione di continuità, con l’anzianità della precedente iscrizione. Della cessazione della causa di interruzione l’interessato deve dare immediata comunicazione al consiglio dell’ordine.
8. L’interruzione del tirocinio per oltre sei mesi, senza alcun giustificato motivo, comporta la cancellazione dal registro dei praticanti.