Con qualche accorgimento tecnico è possibile far imparare all’AI anche il diritto. Nella specie, quello deontologico, che ben si presta all’esperimento, anche per motivi legati ad una minor proliferazione normativa di cui tener conto: infatti, rispetto ai 2969 (ma, contando i bis, ter, ecc., in realtà oltre 3mila) articoli del solo codice civile, quello deontologico ne ha appena 73 (ma è pur vero che la tipicità dell’illecito è solo tendenziale, quindi potrebbe avere rilievo deontologico l’intero ordinamento giuridico – civile, penale, amministrativo, tributario, …).
Ad ogni modo, Deontologicus ha appena finito di “imparare” tutto il Codice deontologico, il Regolamento CNF n. 2/2014 sul Procedimento disciplinare e la L. n. 247/2012 nonché la più recente giurisprudenza disciplinare e certa dottrina, riuscendo a mettere in correlazione tra loro le relative nozioni, di cui è pure in grado di offrire una parafrasi (per l’elenco aggiornato delle cose che sa, vedi questa pagina).
Così, è possibile chiedere in cosa consista il dovere di verità dell’avvocato(*), oppure che relazione c’è tra l’art. 15 cdf e l’art. 70 co. 6 cdf(**). E così via. E la differenza delle risposte che si ottengono interrogando l’AI “standard” (Chat GPT) e l’AI “istruita” (Deontologicus) è apprezzabile.
Il tutto, senza sostituirsi ovviamente all’imprescindibile apporto umano dei professionisti in carne ed ossa, a cui si propone in veste ancellare, di mero ausilio e supporto, cercando di non dare troppo fastidio.
In ogni caso, sarà interessante capire se e quale apporto sarà in grado di offrire l’AI al diritto ordinario, magari partendo proprio da quello deontologico, che ha buone caratteristiche di laboratorio. Di sicuro, dovrà trattarsi di una AI appositamente “istruita”, perché quella standard dà risposte inadeguate, non pertinenti e troppo spesso errate: l’addestramento dell’AI, invece, farà la differenza nell’immediato futuro, sicché chiedere all’AI di un giurista non sarà come chiedere lo stesso parere all’AI di Farfallina99, sebbene entrambe siano la stessa AI (Alexa o Chat GPT) ma con personalizzazioni diverse, cioè con informazioni e conoscenze artificiali diverse (l’AI di Farfallina99 saprà tutto dell’ultimo gossip, e anche quella sarà un’AI importante per qualcuno/a). Insomma, ciascuno potrà creare l’AI a propria immagine e somiglianza, sfidando il delirio di onnipotenza che la tecnologia solletica fin dai suoi albori.
È possibile interrogare Deontologicus cliccando qui.
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In calce, alcuni screenshot di esempio della chat.
Juri Rudi