Il modo migliore per ottenere la risposta giusta su internet non è fare una domanda, ma postare la risposta sbagliata.

Si tratta della c.d Legge di Cunningham, che prende il nome da Ward Cunningham, l’inventore del software usato per mettere on line Wikipedia, la quale è appunto la dimostrazione più nota di questa legge, che quotidianamente trova involontarie conferme, spesso esilaranti(*).

Ecco, mi sono sempre lamentato (e credo che continuerò a farlo) del fatto che, quando non conosce la risposta esatta, l’AI inventa (del resto, non per niente si parla di intelligenza artificiale generativa): lo stesso Deontologicus -il cui livello di “fantasia” (in gergo, temperature) è settato al minimo (0,1)- a volte dà risposte sorprendenti, per così dire.

Eppure, nonostante le ovvie controindicazioni, questo approccio “creativo” dell’AI ha comunque i suoi vantaggi: nei casi dubbi, anziché limitarsi ad un banale “non lo so”, oppure a dare risposte infarcite di prudenti condizionali, l’AI azzarda comunque una risposta (come in questo caso), che può essere giusta oppure stimolare correzioni e confutazioni, ovvero le antitesi della triade dialettica.

Proprio come la legge di Cunningham.

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