Sebbene la buona fede possa essere considerata come attenuante, il fatto di aver misconosciuto la rilevanza deontologica del proprio comportamento può essere considerato come un’aggravante nella determinazione della sanzione disciplinare. In altre parole, il Consiglio distrettuale di disciplina o il Consiglio nazionale forense potrebbero ritenere che il fatto di non aver compreso la portata deontologica del proprio comportamento dimostri una mancanza di attenzione e rispetto nei confronti delle regole professionali, e quindi potrebbero decidere di applicare una sanzione più severa, come sostenuto da Consiglio Nazionale Forense (pres. Mascherin, rel. Secchieri), sentenza del 3 luglio 2017, n. 77. Tuttavia, ogni caso è valutato in modo autonomo e la decisione finale dipenderà dalle circostanze specifiche del caso.