Nel procedimento disciplinare forense, la determinazione della sanzione in caso di concorso di più illeciti non avviene secondo un criterio meramente matematico, sommando le pene per ciascuna violazione. Piuttosto, la sanzione deve essere valutata in modo complessivo, tenendo conto della gravità e del disvalore dei comportamenti contestati, nonché dell’impatto che essi hanno sull’immagine e sulla dignità della professione forense.
Il Consiglio Nazionale Forense (CNF), ad esempio, ha stabilito che la sanzione deve essere proporzionata ai fatti nel loro complesso, senza collegare meccanicamente ogni comportamento a una singola pena, ma valutando globalmente il disvalore delle condotte (CNF, sentenza n. 108 del 16 ottobre 2019).
Il giudizio disciplinare deve pertanto mirare a stabilire una sanzione che sia adeguata e complessiva, in considerazione delle caratteristiche e delle conseguenze delle violazioni, senza applicare aumenti automatici per ciascun illecito distinto. Questo approccio permette di tener conto dell’intensità complessiva del comportamento negativo dell’incolpato e della sua ricaduta sulla professione.