No, l’avvocato non può farsi pagare in sesso per il proprio lavoro. Questo comportamento viola i principi di probità, dignità, decoro, lealtà e correttezza previsti dal Codice Deontologico Forense. Il CNF ha emesso diverse decisioni in merito, come Consiglio Nazionale Forense, sentenza n. 145 del 6 dicembre 2019, in cui è stata inflitta la sospensione dall’esercizio dell’attività professionale per la durata di due mesi ad un avvocato che aveva accettato il mandato professionale in cambio di prestazioni sessuali. In sintesi, l’avvocato deve sempre mantenere un comportamento professionale e rispettare i principi etici e deontologici della professione.