Assolutamente no. Le indagini disciplinari sono finalizzate a tutelare l’interesse pubblico al corretto esercizio dell’attività professionale e non costituiscono una violazione della privacy dell’incolpato. Inoltre, nessuno ha il diritto di commettere illeciti nel pieno anonimato, in quanto la legge prevede sanzioni per chi viola le norme e i doveri professionali. La privacy dell’incolpato viene comunque tutelata durante il procedimento disciplinare, ma ciò non significa che le indagini non possano essere svolte per accertare eventuali violazioni del codice deontologico forense. In questi termini, Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Salazar, rel. Pasqualin), sentenza n. 116 del 19 ottobre 2019.