L’art. 1 del Codice Deontologico Forense (CDF) rappresenta uno dei principi fondamentali dell’attività professionale dell’avvocato. Esso sancisce il dovere dell’avvocato di tutelare il diritto alla libertà, all’inviolabilità e all’effettività della difesa, assicurando la regolarità del giudizio e del contraddittorio in ogni sede. In particolare, l’avvocato ha il compito di garantire che il processo si svolga in modo corretto e rispettoso dei principi costituzionali e dell’ordinamento dell’Unione Europea, nonché della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

Questo significa che l’avvocato deve vigilare sulla conformità delle leggi ai principi sopra citati e sul rispetto degli stessi, a tutela e nell’interesse della parte assistita. Il principio di tutela della libertà, dell’inviolabilità e dell’effettività della difesa è stato affermato anche dalla giurisprudenza. In particolare, la Corte di Cassazione ha più volte sottolineato che l’avvocato ha il dovere di garantire la piena tutela del diritto di difesa del proprio assistito, anche attraverso l’adozione di ogni strumento processuale idoneo. Inoltre, l’avvocato deve rispettare le norme deontologiche, che sono essenziali per la realizzazione e la tutela dell’affidamento della collettività e della clientela, della correttezza dei comportamenti, della qualità ed efficacia della prestazione professionale. Il rispetto delle norme deontologiche è fondamentale per garantire la corretta e leale concorrenza tra gli avvocati e per tutelare l’immagine della professione forense.

Il Codice Deontologico Forense, emanato dal Consiglio Nazionale Forense ai sensi degli articoli 35, comma 1, lettera d), e 65, comma 5, della Legge n. 247/2012, stabilisce le norme di comportamento che l’avvocato è tenuto ad osservare in via generale e, specificamente, nei suoi rapporti con il cliente, con la controparte, con altri avvocati e con altri professionisti. Il Codice Deontologico Forense individua fra le norme in esso contenute quelle che, rispondendo alla tutela di un pubblico interesse al corretto esercizio della professione, hanno rilevanza disciplinare. In particolare, l’art. 2 del Codice Deontologico Forense sancisce il dovere dell’avvocato di rispettare i principi di lealtà, probità, dignità, decoro, diligenza e competenza nell’esercizio della professione forense.

L’avvocato deve inoltre esercitare la professione con indipendenza, uniformandosi ai principi contenuti nel Codice Deontologico Forense. Il rispetto delle norme deontologiche è fondamentale anche ai fini del procedimento disciplinare degli avvocati davanti ai Consigli Distrettuali di Disciplina (CDD) e al Consiglio Nazionale Forense (CNF). Infatti, la Legge n. 247/2012 prevede che il procedimento disciplinare sia avviato d’ufficio o su denuncia, anche anonima, di qualsiasi persona, ente o autorità, nei confronti degli avvocati che abbiano violato le norme deontologiche.

In conclusione, l’art. 1 del Codice Deontologico Forense rappresenta uno dei principi fondamentali dell’attività professionale dell’avvocato. Esso sancisce il dovere dell’avvocato di tutelare il diritto alla libertà, all’inviolabilità e all’effettività della difesa, assicurando la regolarità del giudizio e del contraddittorio in ogni sede. Il rispetto delle norme deontologiche è fondamentale per garantire la corretta e leale concorrenza tra gli avvocati e per tutelare l’immagine della professione forense.


👉 Archivio NL

✔️ Privacy policy