Nel contesto dell’ordinamento professionale forense e del procedimento disciplinare per gli avvocati, l’avvertimento e la censura sono due delle sanzioni disciplinari che possono essere inflitte dal Consiglio distrettuale di disciplina (CDD) in seguito ad accertate violazioni dei doveri professionali e deontologici.

Avvertimento

  1. Definizione: L’avvertimento è la sanzione disciplinare meno grave. Consiste in un’ammonizione formale all’avvocato per le violazioni commesse, con l’invito a non ripeterle in futuro.
  2. Circostanze di irrogazione: Viene generalmente applicato per infrazioni lievi o per comportamenti che, pur rappresentando una violazione delle norme deontologiche, non hanno comportato gravi conseguenze né compromesso gravemente il decoro e la dignità professionale.
  3. Finalità: L’obiettivo dell’avvertimento è più educativo che punitivo. Serve a sensibilizzare l’avvocato sulla necessità di conformarsi ai comportamenti richiesti dall’ordinamento deontologico, promuovendo così una condotta professionale più attenta e conforme ai principi etici.

Censura

  1. Definizione: La censura è una sanzione disciplinare più grave rispetto all’avvertimento. Si attua attraverso una dichiarazione formale di biasimo nei confronti dell’avvocato.
  2. Circostanze di irrogazione: È inflitta per infrazioni più serie che, sebbene non giustifichino sanzioni maggiori come la sospensione o la radiazione, richiedono una risposta disciplinare significativa. La censura viene utilizzata quando si ravvisa una condotta che ha compromesso la dignità e l’onore della professione legale in modo rilevante, o quando vi è una reiterazione di comportamenti illeciti già oggetto di avvertimenti.
  3. Finalità: La censura ha una duplice funzione di ammonimento e dissuasione. Mira a segnalare la serietà degli atti o delle omissioni dell’avvocato e a prevenire ulteriori violazioni, proteggendo l’integrità della professione e la fiducia del pubblico nelle istituzioni legali.

Inquadramento Normativo

Le sanzioni disciplinari applicabili agli avvocati, tra cui avvertimento e censura, sono disciplinate dalla Legge n. 247/2012 (art. 51 e ss.) e dal Codice Deontologico Forense (CDF). Queste sanzioni si iscrivono in un sistema graduato di conseguenze disciplinari, che include pene più severe come la sospensione dall’esercizio della professione e la radiazione dall’albo, riservate ai casi di infrazioni di estrema gravità.

Il Consiglio Nazionale Forense (CNF) funge da organo di appello per le sanzioni irrogate dai CDD, garantendo un riesame delle decisioni disciplinari all’interno della struttura ordinamentale della professione forense.


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