Certamente, i rapporti tra un avvocato e il cliente sotto il profilo deontologico sono disciplinati dal Codice Deontologico Forense (CDF) e includono i seguenti aspetti principali:
- Obbligo di Lealtà e Correttezza: L’avvocato deve comportarsi con lealtà e correttezza nei confronti del cliente, rispettando i principi di dignità e decoro della professione (art. 9 CDF).
- Riservatezza e Segretezza: È fondamentale il dovere di riservatezza sugli affari trattati. L’avvocato non può rivelare informazioni ottenute durante il mandato, a meno che non abbia il consenso del cliente o sussista una giusta causa (art. 13 CDF).
- Obbligo di Informazione: Il professionista deve informare il cliente in maniera chiara e completa riguardo alla natura e alla consistenza dell’incarico, ai prevedibili tempi di svolgimento e agli oneri economici (art. 35 CDF).
- Conflitti di Interesse: L’avvocato deve evitare situazioni di conflitto di interesse che possano compromettere la sua capacità di tutelare adeguatamente gli interessi del cliente. Non può rappresentare più parti con interessi in conflitto tra loro (art. 24 CDF).
- Competenza e Diligenza: L’avvocato è tenuto a prestare la propria attività professionale con competenza, diligenza e perizia, mantenendosi aggiornato sulle evoluzioni giuridiche e giurisprudenziali (art. 14 CDF).
- Preventivi e Trasparenza Economica: Deve fornire al cliente un preventivo di massima e spiegare il criterio per la determinazione dei compensi, specificando eventuali spese aggiuntive (art. 13 L. 247/2012).
- Difesa del Cliente: Deve rappresentare e difendere il cliente con impegno e dedizione, perseguendo il miglior risultato possibile in osservanza delle leggi e delle norme deontologiche (art. 12 CDF).
- Restituzione dei Documenti: Al termine del mandato, l’avvocato deve restituire senza indugio al cliente tutti i documenti ricevuti, salvo il diritto di ritenzione per il soddisfacimento dei crediti professionali (art. 33 CDF).
Le violazioni delle norme deontologiche possono comportare sanzioni disciplinari da parte dei Consigli distrettuali di disciplina (CDD) e del Consiglio Nazionale Forense (CNF). Questi principi contribuiscono a mantenere un rapporto di fiducia e a tutelare i diritti del cliente, garantendo l’integrità e la reputazione della professione forense.