Il mancato pagamento della tassa di iscrizione all’albo o registro può comportare diverse conseguenze per gli avvocati. In base alla legge e al codice deontologico forense, le principali conseguenze sono le seguenti:

  1. Sospensione amministrativa: Il mancato pagamento dei contributi annuali al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (COA) di appartenenza può comportare la sospensione amministrativa dell’iscritto. Questa sospensione è prevista dall’art. 29, comma 6, della Legge n. 247/2012 e implica la temporanea impossibilità di esercitare la professione di avvocato fino a quando non viene regolarizzato il pagamento.
  2. Sanzione disciplinare: Il mancato pagamento delle tasse di iscrizione può anche comportare una sanzione disciplinare da parte del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. Secondo l’art. 70 del Codice Deontologico Forense (CDF), l’avvocato è tenuto al pagamento delle quote di iscrizione all’albo e il mancato adempimento di questa obbligazione può costituire una violazione deontologica. La sanzione disciplinare può variare a seconda delle circostanze e può includere la sospensione temporanea o anche la radiazione dall’albo.

È importante sottolineare che l’assenza di reddito non esonera l’avvocato dall’obbligo di provvedere al versamento delle quote di iscrizione. Tuttavia, se l’avvocato si trova in una situazione di difficoltà economica, può richiedere al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di cui fa parte un’agevolazione o una dilazione del pagamento della quota.

È sempre consigliabile consultare la normativa specifica e rivolgersi al proprio Consiglio dell’Ordine degli Avvocati per ottenere informazioni dettagliate sulle conseguenze del mancato pagamento della tassa di iscrizione all’albo o registro.


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