La truffa assicurativa commessa da un avvocato è considerata una violazione grave dei principi di deontologia forense. Secondo la sentenza n. 19 del 28 febbraio 2023 del Consiglio Nazionale Forense, l’essere parte di un’organizzazione criminale dedicata alla creazione di falsi incidenti per illecitamente ottenere indennizzi danneggia seriamente la dignità e il decoro della professione legale. Questa condotta non solo infrange la legge penale, ma rappresenta anche una violazione del Codice Deontologico Forense (CDF). L’articolo 10 del CDF richiede che gli avvocati mantengano un comportamento onorevole sia nella loro vita professionale che privata. L’articolo 51 del CDF stabilisce che un avvocato non deve partecipare a comportamenti che possano danneggiare la credibilità della professione legale. Pertanto, la partecipazione a una truffa assicurativa da parte di un avvocato non solo può portare a conseguenze penali, ma anche a sanzioni disciplinari da parte dell’Ordine degli Avvocati, compresa una possibile sospensione o radiazione.