Sì, un avvocato può essere sanzionato deontologicamente anche per un comportamento tenuto nella vita privata, se tale comportamento compromette la reputazione personale o l’immagine della professione forense. Infatti, il Codice Deontologico Forense prevede che gli avvocati debbano mantenere un comportamento corretto e dignitoso anche nella vita privata, in modo da preservare la reputazione della professione forense (art. 2 cdf). In caso contrario, l’avvocato può essere sottoposto a procedimento disciplinare davanti ai Consigli distrettuali di disciplina o al Consiglio nazionale forense, che possono comminare sanzioni disciplinari, come l’avvertimento, la censura, la sospensione dall’esercizio della professione o l’espulsione dall’Ordine degli avvocati.